lunedì 29 dicembre 2008

Fotografia Senza Fotografare


Gruppo sotto il duomo di Gallipoli
Sono passato diverse volte sotto la facciata laterale del duomo di Gallipoli. Piccolo slargo pedonale recintato da sbarre. Al primo passaggio solo un anziano poi due poi tre poi quattro e alla fine cinque. Saranno tutti e cinque dai 60 agli 80 anni. La loro carta d’identità non l’ho guardata. Tre sono a sedere sull’unica panchina che rimane tutto il tempo all’ombra. Il quinto arrivato beatamente e mollemente seduto su un vespone: è il grasso dei cinque. Il quarto sembra ed è il capobanda. Agitato è l’unico che rimane in piedi per tutto il tempo di due gelati zuppa inglese, cassata siciliana e stracciatella. Il quarto vecchietto rimane in piedi per dominare la scena come un vecchio attore ormai da sempre sul palcoscenico. Provo a fotografarli da due tre angolazioni cercando di sorprenderli in gesti fotografici validi. Forse ci riesco ma a vederli sul display della d200 sono troppo piccoli, dovrò vederle a Roma controllando prima di tutto la messa a fuoco, poi il bilanciamento del bianco. La luce a Gallipoli è molto forte difficile da controllare. Se non sottoesponi al momento dello scatto rischi di perdere importanti dettagli. Quando torni da un viaggio di scatti ne scarti parecchi. Ne rimangono validi ben poche che veramente ti soddisfano e che realmente possono soddisfare l’occhio più o meno esigente di chi le osserva o valuterà sul web ad esempio nei vari siti dove le presenterò. O su stampa vero punto di arrivo delle immagini fotografiche.

La donna della pizza tonda in bus
Prima storia non raccontata o narrata male.
Una pizza tonda mangiata forse di fretta prima di tornare a casa. Nel posto vicino all'uscita. Solo due persone sul bus c'è anche l'autista.
Quel che noto è una maglia che mi ha ricordato quella della nazionale di calcio della Croazia. Ma le scritte sulla maglia calcistica sono la pubblicità di un carrozziere. I colori sono belli bianchi e rosso, e stasera gioca la Croazia contro la Polonia e vince uno zero. Uno scatto che prende di sfuggita il fondo, non metto neanche il flash sono quasi le otto di sera c'è ancora un po’ di luce, iso alto... verrà tutto sgranato si perderanno i colori (neat image?)


Il vestito arancione
Ma non è che notai quella mattina per il colore del vestito...ma la cuffia di pizzo sulla testa. Calva quella signora. Per una donna i capelli sono molto importanti: Ho visto o conosciuto poche donne con pochi capelli o con nulla testa. Una donna calva ha un suo fascino. Ma poi ti ricordi qui bambini al policlinico e il TO passato del 65 nel secolo scorso.
La donna col vestito arancione scende dal 23 proprio alla fermata dell'ospedale dell'isola tiberina...ma non va in quella direzione meno male nessun controllo. A questa fermata generalmente scende la gente che va all’ospedale in mezzo al fiume.
E' solo un ricordo da non fotografare... solo un ricordo

L'uomo delle corna
Aspetti da parecchi minuti il 23 per tornare a casa è circa un quarto all'una.
Lì a tre quattro metri un barbone, un senza tetto un pazzo in libertà...
Fa gesti violenti col braccio facendo le corna alla gente che passa su quel pezzo di lungotevere davanti al carcere e a via della Lungara. Frasi sconnesse escono dalla sua bocca: insulti, dei vaffanculo e altro ancora che non riesco a capire e non voglio capire... non ascoltarlo mi monto le cuffiette e ascolto la mia musica...Guccini l'avvelenata mi risolleva l'animo. Un odore forte di non pulito arriva da quel uomo delle fasi in libertà...Arriva il bus stracarico come sempre e lo lascio li. Prenderà un bus per testaccio l'ho visto lì gridare chi sa che cosa derivante dal suo passato. Qualche anno fa lo fotografai con un pollice verso il basso a Corso Vittorio. Pollice verso l’automobilista.......lui è l'imperatore contro le automobili, novello e puzzolente cavaliere di parole che nessuno vuol sentire ... forse solo i bambini lo ascoltano.
Si salveranno solo i bambini finché sapranno ascoltare e non comprendere.

La donna del viola
Descrizione rapida un anello molto evidente sulla mano destra, una camicia viola e un paio di scarpe di sughero tutto color violetto. Il mio primo pensiero è stato avrà messo le mutandine (non mutande) viola?
La osservo meglio una giacchetta marroncino chiaro a righine identico colore la gonna. Nessun pensiero malizioso. Poi scendo dal bus e mi avvio alla metro San Paolo. Come l'avrei fotografata...Solo con completino mutandine reggiseno con l'anello e le scarpe tutto color viola. In un set fotografico con un bello sfondo nero... forse anche viola. Prendo il metrò me la dimentico o quasi mi ricorda un po’ la Orietta Berti solo nel fisico...mi sa che non la fotografo... passiamo oltre.

Un volto alla Mapplethorpe
Sono seduto nel bus leggo un libro sul regista Truffaut di Paola Malanga quello dei 440 colpi e vedo un uomo di spalle. Le sue braccia si sorreggono ai tubi reggi persone del bus. Vedo un’enorme busta celeste e capisco il suo lavoro. Sicuramente vende sui bordi dei marciapiedi la sua merce. Non è italiano è scuro di carnagione. Mi rimane di spalle e poi improvvisamente la sua testa si mette i profilo e noto una nuca pronunciata e un profilo perfetto molto negroide.
Il profilo mi ha molto ricordato i nudi di mapplerthorpe. Un attimo mi rimetto a leggere e scompare alla mia vista è sceso una fermata prima. Ricorderò la sua gentilezza nel farmi spazio mentre mi sedevo. Mi ricorderò. Della sua maglia con i colori scoloriti con una moltitudine di tanti tipi di colore arancione .Non lo saprei fotografare non ho mai fotografato un uomo nudo o quasi.......

L'indiana?
Mah il dubbio mi rimane anche a poche ore da quando l'ho vista.
Ve la descrivo: volto indiano o almeno credo, anelli e bracciale in argento (ma questo che c'entra bohhhh)
Anche qui noto una camicetta viola e qui ritornano le scarpe viola questa volta da ginnastica.
Il volto mi colpisce un trucco intorno agli occhi scuro (l'ho visto ieri sul viso della hostess del treno per Darjeling proiettato al Madison alle 18.30 un bel film). Procuratevi il film e meditate sui fratelli o sorelle che tenete.
Ciglia e sopraciglia molto folte tipicamente indiane?
Un bel viso da fotografare.
Vorrei osservarla meglio per i miei attenti, pazienti e poveri lettori ma si alza e comincia a scendere tenendo il libro ancora in mano continuando a leggere. Chissà che libro era se era cosi interessante ...non lo sapremo mai ormai è scesa per tornare a casa. Un romanzo un saggio o una cazzata sulla fotografia meglio ricordarla cosi misteriosa ed evanescente e bella come le indiane.

Le mani da uomo
Mi siedo sul 23 sto tornando a casa di corsa mi aspetto di vedere la partita Italia-francia ultima chance per la nazionale per gli europei. Mi metto le cuffiette e ascolto la musica per distrarmi: i pensieri sono altrove.
Davanti a me una donna giovane. La comincio a osservare: bionda, dorme, ha una mano appoggiata su un tubo del bus. Stringe tra le dita il biglietto, noto un labbro rovinato ma devi proprio notarlo. A un certo punto si sveglia, noto che ha un risveglio lento quasi assente sotto quegli occhiali da miope con la montatura nera e spessa.
Solo allora vedo le mani non sono le solite mani che vedi in una donna. Non affusolate e lunghe ma grosse e malcurate. Penso è un ex uomo ma il pensierosi passa subito è troppo donna. Il pensiero di fotografarla non mi passa neanche per la mente non saprei come fotografarla….e non neanche la voglia non è fotonica


La donna in rosso
Ieri sera seduto tranquillamente a un ristorante cinese. Temperatura esterna sui 27 gradi celsius. Si festeggiava in modo particolare 9 anni di matrimonio.
Attendiamo la cameriera cinese che ci chiede le ordinazioni. Fresco romano nell'aria. Ed eccola avanzare con mosse leopardesche: lei la leonessa ultrasettantenne.
Vestito rosso fuoco, polpacci ben definiti, faccia grossa e quel biondo finto che copre capelli bianchi. Le forme ben portate ma un po’ eccessive.
Anelli ben in vista. Si siede di spalle a me in un altro tavolo. Non è sola ha il body guard o cicero o gigolò in accompagno. Valuto subito che tra di loro c’è una netta differenza di anni. Li continuo a osservare mi piace osservare quando sono in un ristorante la gente.
Non si dovrebbe come dice il comune dire. Ma mi piace tanto.
Osservo ora lui un bel faccino pulito. Burino rifatto: sento dire alla cameriera di portagli le salse e i bastoncini. Gigolò e vecchia vogliosa. Amici o semplici amanti. Arriva il mangiare e osservo lui che inizia a mangiare il classico riso cantonese con i bastoncini: ma come cazzo li impugna sti cazzo de bastoncini. (Lassamo perdere). Vuol fare tanto il raffinato.
Chissà se si fanno fotografare. No e poi meglio di no. Amante e gigolò proseguono la loro burina e semplice serata. Chissà cosa faranno, meglio non essere curiosi.......
Paghiamo e poi mi diranno "sono stata tanto bene ieri" è questo che conta nella vita e non esser curiosi di due amanti perduti.


La vedova o almeno credo
Mi siede davanti e non posso proprio non vederla. Noto due anelli all'anulare sinistro: generalmente due fedi sono simbolo di vedovanza. Risponde con modo perentorio al telefono. Classica matrona italiana. Vestito classico, non esageratamente appariscente. Capelli corti come tante dell’età. Mi piacerebbe farle una foto tra vent'anni con tutte le rughe che si porterà sul suo volto e ascoltare i suoi lontani ricordi di gioventù.

Alta bionda e con borsa Adidas
Quelle alte più di un metro e ottante le noti subito e questa la noti due volte.
Pantaloncini a quadrettini grigio bianchi. Gamba lunga è normale è uno e ottanta.
Biondissima naturale, con borsa rigida e vecchiotta dell'Adidas da cui estrae varie volte un telefonino cellulare ultimo modello. Chi sa chi le telefonerà. Grandi cerchi alle orecchie con pendagli colorati ne spiccano due color topazio.
Osservo le unghie dei piedi laccate con un color rosso scuro, mi fanno ridere le decorazioni delle sue scarpe: due fiori stilizzati. Sulle scarpe della donna ci puoi mettere tutto e va sempre bene . Beate voi donne che ci potete metter tutto. E noi uomini sempre classici o quasi.
La vedo bene reclamizzare su un cartellone 4 per sei metri all'angolo di una strada trafficata. Nuda no meglio di no. Ma accanto ad uno paio di scarpe. Un corpo nudo, manco lo guardi se mette le scarpe o altro accessorio. Potrebbe essere tranquillamente una modella. La lascio proseguire sulla linea metro verso l'Eur. Me la ricorderò in queste brevi righe.......

6 commenti:

  1. Il primo aggettivo che mi è venuto in mente è di origine cinematografica. Il nostro narratore, a mio parere, potrebbe essere un interessante Direttore della Fotografia paoliniano, per questo sul sguardo sui semplici e sugli umili, ricco di immediatezza e schiettezza. Il secondo aggettivo me lo riservo ad una seconda e più attenta lettura.
    Marco Pacchierotti

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  2. Oops ! lapsus freudiano: l'aggettivo sarebbe dovuto essere pa(S)oliniano, ma nell'anno dedicato a San Paolo, anziché riferisi al mai troppo compianto PPP è diventato più ecumenisticamente parlando "paoliniano" . . . ma forse le Edizioni Paoline potrebbero trovare del materiale interessante in questo Blog.
    Marco Pacchierotti

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  3. Leggendo "la donna del viola" ho pensato a me... perchè adoro il colore viola.. Se posso me lo metto indosso... Sono sempre stata convinta che il viola sia un colore che funge da calamita su di me... un po' come il protone sul tantalio... il viola mi catapulta addosso energia e carica positiva... Ho preso spunto da questo tuo appunto per vedere quale sia il significato del viola (non mi sono mai interessata di saperlo... sinora mi è bastato sapere cosa rappesentasse per me soltanto) e leggo che il viola "è il colore dello spirito e, in effetti, agisce sull'inconscio dando forza spirituale ed ispirazione" ed inoltre "rappresenta il valore medio tra terra e cielo, tra passione ed intelligenza, tra amore e saggezza"...
    Grazie Danilo che mi hai dato l'opportunità di informarmi sul significato del mio colore preferito... se non avessi visto la tua "fotografia senza scatto" non avrei potuto farlo... Jung direbbe "trattasi di coincidenza significativa ovvero sincronicità"...
    (daniela tomassini)

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  4. sto guardando senza guardare.....

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  5. Un blog molto intelligente. Ogni giorno scattiamo tantissime fotografie, solo con i nostri occhi, gli occhi che colgono particolari, storie e pensieri collegati. Non sempre queste storie rimangono fissate visivamente, ma è importante rendersi conto di averle "viste".

    Andrea Conti.

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  6. letto e visto le fotografie non fatte con la reflex ma fatte con gli occhi e la mente,
    queste sono fotostorie che ci passano sotto gli occhi tutti i giorni, ma molti anzi moltissimi siamo ciechi, queste foto non le notiamo ma solo perchè ci manca la sensibilità del vedere quello che ci accade attorno,
    ci manca la reflex degli occhi,
    bravo Dino

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