mercoledì 3 marzo 2010

fotografare senza fotografia cinque

Doisneau insegna
Martedì sera esco dal vagone del metro, alla stazione Manzoni. Come ogni martedì ho appuntamento al centro dell’UPTER con mia moglie Renata che segue un corso di scrittura creativa.
Dicevo scendo e mentre il treno riprende la sua corsa mi si presenta una cosiddetta foto mancata. Sono in fondo alla stazione e vado verso l’uscita e vedo dall’altra parte due innamorati. Si stringono forte in un bel abbraccio. La mia mente corre subito alla foto famosissima di Doisneau le baiser dell’Hotel
De Ville.

Immaginatevi i vagoni de metro che si allontanano a sinistra che occupa la buona metà dell’inquadratura e crea la prospettiva e la via di fuga verso la meta superiore del foto fotogramma. Nell’altra metà del fotogramma i due innamorati stretti nel loro abbraccio.
Da quando sono sceso il mio sguardo si è fissato su di oro. Prima sono abbracciati teneramente e mentre avanzo si distaccano dal loro abbraccio e si avviano anche loro verso l’uscita. Li ritrovo ai piedi della lunga scala mobile mentre lentamente si salutano.
Con la scala mobile inizio a salire verso l’uscita e continuo a guardarli il loro vero e lungo addio per imprimermelo nella mia memoria. Esitano a lasciarsi da quel che posso vedere e soprattutto intuire. E’ soprattutto la donna a esitare a non lasciarlo andar via il suo uomo. Mentre salgo conto due abbracci e una carezza di lei. Un lungo toccarsi con le mani. Lui lo vedo più di fretta quasi volesse fuggire. Sono solo intuizioni. Mentre salivo avevo lo sguardo verso il basso dietro di me una persona anch’essa volge lo sguardo per capire cosa sto guardando. Nell’osservarli ho perso la nozione dello spazio e del tempo… in tempo utile mi sono accorto che mancano pochi gradini per finire la scala mobile. Il tempo è passato velocemente talmente ero impegnato ad osservarli. Il mio pensiero è andato da questi due semplici innamorati a un classico dela fotografia mondiale come avevo già detto.
Il bacio di Doisneau è una fotografia famosissima che ancora oggi ha una validità eccezionale sotto tutti punti di vista fotografici. Porta ancora tanti soldoni agli eredi del grande grandissimo fotografo francese. Però la foto che ho citato è un grosso falso. Perche è in posa anche se la particolarità di questa immagine porterebbe chi osserva dire che è spontanea. Come ebbe ad ammettere lo stesso Doisneau che i due protagonisti erano due attori e modelli.
Doisneau bravissimo nel cogliere al spontaneità ha messo in pratica l’esperienza messa a frutto certi scatti effettuati on the road stando tranquillamente seduto a un tavolino di un bar.
Famosa è la sua frase siediti li e vedrai passare tutta la gente del mondo.
Beh in conclusione per ritornare al’inizio: si una foto mancata che ho cercato di raccontare al meglio.
Basta poco per fare una bella foto. La luce acida dal neon della stazione del metrò, i vagoni in movimento appena partiti fuga prospettica che fa arrivare i nostri occhi e la nostra mente al punto cruciale del fotogramma. Due innamorati abbracciati in attesa di lasciarsi. Una storia da raccontare con le proprie sensazioni e intuizioni. Poi in verità la realtà sarà un'altra storia qui o in un altro universo parallelo.
Addì 29 aprile 200

I guai in fotografia
Le compatte te le metti in un taschino. La reflex ha la sua custodia anatomica una compatta è leggera quanto due batteria di una reflex. La compatta è un blocco unico corpo macchina e obiettivo retrattile. Una nikon è come un albero a cui sono attaccate le foglie, gemme rami tronco e radici.
Una compatta dura l’arco di due anni circa. Se si guasta non è il caso neanche di portarla in riparazione. Col costo della riparazione ne compri un'altra nuova di zecca col doppio di tecnologia rispetto a quella incidentata.
Una reflex se ben tenuta dura anni e anni. Diventa quasi un estensione del tuo braccio, del tuo occhio e della tua mente. Se vuoi fare buona fotografia la reflex la devi accessoriare con flash, schede di memoria batterie, obiettivi adeguati etc, etc.
Senza ad esempio buoni obiettivi molto luminosi intendo i 2,8 su tutte le focali (se si tratta di uno zoom). I guai che comporta il possesso e l’uso di una reflex semi o professionale sono due.
Il costo degli accessori originali o compatibili. Si va dai 500 euri fino a 10.000 euri per un obiettivo ad esempio per un obiettivo. Non è giusto e redditizio dotarsi di un ottima macchina Canon o Nikon (le indico in ordine alfabetico non di preferenza) e poi dotarsi di scarsi e poco luminosi obiettivi.
Quindi tocca spendere con giudizio secondo le proprie tasche ed esigenza e preferenze fotografiche. La reflex non fa tutto lei. Magari la manderei in giro da solo anche a prendermi un caffè al bar. Devi addestrarla fare ciò che tu vuoi fare. Devi conoscere bene le sue potenzialità e i suoi limiti dove può arrivare o dove no. Anche i suoi limiti , mai forzare in nessun modo. Le due marche già citate sono il top in campo fotografico le altre sono nettamente a un livello inferiore. Sono tipologie diverse (Canon e Nikon). A mio modo molto leggere le Canon nei suoi modelli più economici Tecnologia ormai con gli ultimi modelli nikon ormai alla pari. Dotarsi di tanti accessori comporta dei rischi: rottura, perdita, smarrimento o furto.
La rottura è sempre in agguato ma le reflex rispetto alle compatte conviene riparare. Sarà poi il riparatore stesso se conviene o meno. Al 99 per cento tutto è riparabile. Perdita può avvenire durante i viaggi soprattutto all’estero. Mai lasciare a terzi la propria attrezzatura. Deve stare sempre con voi soprattutto nei viaggi aerei come bagaglio a mano. Sarete controllati minuziosamente alla dogana ma voi siete onesti fotografi. Smarrimento: basta un attimo e durante una sosta rischiate di lasciare su una panchina parte della vostra attrezzatura. A me è capitato e 10 secondi dopo correvo disperato a riprendere quel che avevo dimenticato. Perdere cosi l’attrezzatura veramente da fessi. Il furto è un altro danno totale che subisce il fotografo. Puoi tentare di ricomprare tutto, ma sarà lunga se non hai a disposizione un ampio budget a disposizione. Il danno più grave può capitare con la perdita dei dati fotografici su un PC. Meglio fare backup periodici.
La pesantezza dell’attrezzatura fotografica è un gran problema. In viaggio e nei trasferimenti verso i set fotografici finche sei giovane va tutto bene. Poi a 50 anni la schiena ne risente: quindi attrezzatura leggera il minimo indispensabile lasciando a casa quel che non serve. Oppure portarsi tutto e poi giorno per giorno portare in giri fotografici uno due obiettivi al massimo. Usare zaini prettamente fotografici o anonimi zaini di buona fattura resistenza e comodità.
Usare zaini anonimi per farsi notare e fotografare situazioni senza che pensino che siate fotografi dilettanti o semplici turisti.
Se sei bravo confondersi tra la gente, quasi un camaleonte adatto a tutte le stagioni e situazioni. In extremis usare le compatte ma solo se non avete altro. Eviterete urti al materiale, soprattutto gli obiettivi (con un urto sul frontale dell’obiettivo si può modificare al filettatura dei filtri). A ogni cambio obiettivo è bene spegnere la macchina da on a off per evitare problemi alla macchina a livello software. Una reflex è computer che scatta fotografie sostanzialmente con un obiettivo a vostra scelta che vi farà vedere il mondo. Scegliete il momento giusto per cambiare obiettivo mai col vento che imperversa e avendo pulita la lente posteriore dell’obiettivo per evitare che la polvere residua e quasi invisibile venga risucchiata dal magnetismo del sensore.

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